Tra la caviglia e il polpaccio 

(Foto personale)

…su quell’orlo tra la caviglia e il polpaccio gli occhi gli vibravano come le punte gialle dei fiori che si scrollano di dosso l’aria dolce a primavera. E il desiderio che tutto, e tutto assieme, si sollevasse: il respiro e il petto e la gonna e infine la poesia che non sapeva dire.

(Per chi me lo ha chiesto, per chi non lo ha letto, per chi ha voglia di rileggerlo)

17 pensieri riguardo “Tra la caviglia e il polpaccio 

      1. 😀 il tempo consente di rileggere e rileggerci con occhi nuovi. Amo il giallo, lo considero pieno e vivo, direi materno ma forse perchè mia mamma quando ero piccola pensava che mi stesse bene addosso 😉
        Ti abbraccio forte amica mia ❤

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  1. sono un fautore del ri-pubblico perchè ho questa idea-tarlo che siamo noi stessi i seppellitori delle nostre cose buone sotto palate di parole nuove.
    riportare alla luce è opera meritoria.
    e poi questo brano ha una soavità fuori dal tempo.
    ml

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    1. Sì, in alcuni casi rileggersi è come cercare il seme che ha fatto la foglia.
      ‘Riportare alla luce’ è un’espressione che mi piace molto…
      Sono felice che il brano ti sia piaciuto, fa parte di storie mai scritte: stralci, pezzetti di vite che attorno hanno altre parole da scrivere e mi piace l’idea che sia anche chi legge a costruire il resto.
      Un abbraccio!

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