Melograno

dimezzata

 

Se tu avessi visto amico mio com’ero bella, un frutto di melograno avresti detto.

Sgranavo sorrisi rossi, mondandoli dall’amaro giallo intorno.

E le mia dita piccole scavavano piano nel cuore.  Attente a non lacerare, a tirare via con pazienza, a raccogliere lacrime di succo.

Sono brava a farlo-mi dicevo.

A uno a uno contavo i miei pensieri  pari e li vedevo tutti tondi, alcuni bianchi e puri come perle, altri rossi simili a fiammelle d’amore.

Li contavo, sì li contavo per sapere che erano tanti e che potevo stringerli tutti con una sola mano, schiacciarli magari, mangiarli o succhiarli addirittura per poi, sazia, sputarli.

Sono brava a farlo-mi dicevo.

E se per caso un taglio maldestro mi feriva eccomi pronta ad asciugare il sangue, a nascondere con attenzione  il segno, per non dispiacere, per non ferire a mia volta.

Sono buona, non posso farlo-mi dicevo.

Un giorno però sgranando e scavando accadde una cosa strana: iniziai a contare solo i pensieri  dispari e vidi che non erano tondi come i pari ma sgraziati e scuri come carne arsa.

Li contavo, sì li contavo con stupore scoprendo che anche questi si potevano stringere con una sola mano, schiacciare, mangiare, succhiare e sputare.

Sono brava a farlo– mi dicevo.

Iniziai io stessa a cercare i tagli precisi, per poi guardare i segni caldi delle vene, noncurante del biasimo o del dispiacere.

Non sono buona, posso farlo-mi dicevo.

Così fui in grado di trovare buchi nel cuore e carie tra i denti.

Di tutti i pensieri, dei pari e dei dispari, ne feci una lunga collana.

E solo allora ricamai il mio corpo e bendai le ferite.

Oh amico mio! Se tu avessi visto com’ero bella così fasciata, un frutto di melograno avresti detto.

il gramo e il buono PicsArt_1400254053658

Nota: Le frasi del Gramo e del Buono sono tratte dal libro “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino 

 

 

25 pensieri riguardo “Melograno

  1. mi sorge il dubbio: ma non si potrebbe restare divisi? mantenere alternati i pensieri pari e quelli dispari, tagliare e separare? oppure dobbiamo fasciarci, prima o poi, per ricomporci?
    è un’immagine meravigliosa, di te come melograno, per riflettere.

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    1. Il tema della divisione è un tema che mi sta a cuore da un pò….ho da poco riletto il visconte dimezzato Swann e l’immagine del melograno fasciato è presente lì e mi ha fatto pensare che ricomporsi è molto meglio che dirsi integri perché siamo pari e dispari in un insieme di numeri. Riconoscersi sia nelle perle che nella carne arsa secondo me è un modo per capire la nostra interezza.

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      1. ho letto il visconte dimezzato molti anni fa, non ricordavo l’immagine del melograno. in calvino c’è tutto, ho sempre pensato.
        da quello che dici se ne deduce che bisogna prima scomporsi, per poi ricomporsi. mi fa pensare ad hegel: “il vero è l’intero, essenza che si completa mediante il suo sviluppo”. (giusto per tornare sul tema della filosofia 😉 )

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      2. 🙂 a volte per ricomporsi bisogna lacerarsi e “vedere” ciò che si presumeva esistesse. La parte buia. Il tempo e la conoscenza e infine l’accettazione sono le bende che tengono l’intero.
        Ps la metà cattiva del visconte taglia il melograno in due, la metà buona lo fascia.

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  2. Molto molto bello Mita. Oggi è stata perfetta questa lettura.
    Sai che un paio di notti fa elaboravo pensieri simili. Mi dicevo come sia stata fortunata ad aver imparato presto la scissione di me e la convivenza con tutti i miei atomi. Ad apprezzare l’interezza nel tentativo di dosare gli elementi, così come si accendono o spengono le luci su un palcoscenico: illuminando o nascondendo gli oggetti di scena.
    In realtà una delle cose che mi è stato più difficile comprendere (e talvolta lo è ancora) è l’esatto discernimento tra ciò che mi piace e ciò che non mi piace.

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    1. Tilla grazie!! Di questa cosa parlerei volentieri con te anche faccia a faccia….a differenza tua io non ho ancora concluso questo processo, sono per così dire ancora fasciata e non rimarginata. I punti di sutura sono ancora freschi 😉

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  3. Cerchiamo sempre un risultato matematico, una chiusura contabile a zero che definisca il nostro essere. Siamo frammenti che ruotano intorno alla nostra vista interiore, pezzi di pensieri che si nascondono nel nostro punto cieco. Bello raccogliere, unire i tasselli che combaciano, cercare di indovinare la figura che si cela in una scheggia che ci tormenta, la sera.
    Bacio, bella bloggha!

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    1. Ecco quello del risultato matematico rappresenta bene un certo tipo di passato, la convinzione che un’operazione non può che dare un risultato previsto. Ma ci sono variabili che scombinano….
      Baka sto imparando di nuovo a leggere e a fare di conto. Raccolgo frammenti e me ne prendo cura!
      Ti bacio :*

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  4. Il melograno è un frutto che mi piace da morire ma tu sei andata oltre il simbolo. Credo sia difficile per noi saper come essere e come voler diventare, esser integri, poi, non è per niente facile. Ti abbraccio forte forte Blogghina!

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    1. Ci si scopre con il tempo, un pò come i frutti che hanno bisogno di maturare…. non so se alla fine si riesce a essere interi, da soli, senza aiuto di fasciature…
      Grandissimo abbraccio lila!

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