Il sogno di Mina

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                       (Foto personale)

Mina aveva un sogno: voleva vivere senza perdere la sua bellezza intera.
Temeva infatti che non avrebbe retto a lungo nel vedere i suoi riccioli scuri cadere o la sua schiena spezzarsi nello sforzo di segnare il tempo.
Ma come in ogni destino non sempre la volontà può contro l’imprevisto e così Mina si era ritrovata a dover condividere la sua vita con un uomo che conosceva appena.
Un’unione che lei non aveva cercato e che altri le avevano imposto a poco prezzo.
Ogni giorno quest’uomo la guardava e lei non sapeva mai prevedere se dopo quello sguardo lui l’avrebbe presa con rabbia o con amore.                                     
Ma ogni volta di ogni dopo le rimaneva addosso il sudore della sua mano.
Il tempo di Mina passava così: cercando sulle labbra una parola diversa di una storia diversa per uomini diversi, per poi scoprire a volte la pena di vedersi cancellata dalle memorie e dalle promesse.
In quel modo si era fatta piccola piccola, nelle ore anch’esse piccole quando d’improvviso lui la cercava.
Ma il tempo è maestro e lei aveva imparato a fremere tra quelle dita.
Curiosa e avida aspettava di sapere in che sogno stavolta lui l’avrebbe fatta “morire”.
E davvero Mina morì una notte dentro a un sogno.
Solo che non era il suo ma quello dell’uomo che per mesi l’aveva usata, temperata,  rosicchiata e che sopra la parola “fine” l’aveva abbandonata.

(Vi sorprendete?
E perché?  Forse  un uomo non è simile a una matita che vive sognando l’eternità e muore scoprendo che la vita è consumarsi per un sogno?)

18 pensieri riguardo “Il sogno di Mina

    1. Trovi .marta?
      Io penso che morire con la consapevolezza di essersi consumati nella vita sia bello.
      Come dire… a cosa mi servono un bel paio di scarpe se poi le lascio posate per paura che camminando si consumino?

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  1. Balzac sosteneva “meglio una vita breve ma intensa che una lunga ma tediosa” Credo sintetizzi il senso del tuo post. Ritengo però che tra le due esista una via di mezzo.
    ‘Notte, vista l’ora! 🙂
    Primula

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    1. Ma certo…
      Mi dai anche modo di dire che, quando come in questo e altri post, io racconto storie o storielle non lo faccio per dare una veste di fantasia al senso o ai principi o alla morale della mia vita.
      Certo capita che ci sia molto di autobiografico ma è una sensazione più che una vicenda, è un’idea piuttosto che un dialogo reale.

      Nel caso di questo racconto tutto è nato dal fatto che tenevo in mano una matita è ho pensato: guarda un pò la sua vita si realizza consumandosi. Mezz’ora dopo era nato “il sogno di Mina”.

      Scusa la lunghezza della risposta 🙂
      E buongiorno Primula :*

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      1. Ormai ti leggo da un po’ e so quanto la definizione “Bloggastorie” ti si addica. Inoltre nei racconti conta poco se una vicenda è vera, l’importante è che sia verosimile.
        Postilla curiosa: tu osservavi una matita, Balzac è stato ispirato da una candela. Guarda un po’ …
        Giornata luminosa! 🙂
        Primula

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      2. Posso prenderlo come buon augurio? ahahahah

        C’è un motivo se l’ho scritto in risposta al tuo commento infatti.
        Tu mi hai sempre letto andando oltre e rilevando particolari che in alcuni casi erano chiavi importanti per capire.
        E di questo io davvero ti ringrazio 🙂

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  2. Stavo leggendoti, quando mi è arrivato l’avviso del tuo mi piace… giro poco nel web, per questo ho pensato a coincidenze, anzi a sincronie.
    Mentre leggevo questo racconto ed i commenti pensavo alla realtà delle cose e al fatto che essa è assurda e che un racconto è più verosimile che il crudo racconto.
    E per la matita mi permetto http://stregabugiarda.blogspot.it/2007/09/la-matita.html
    è un racconto sulla matita… se hai tempo …
    Buon W/E

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    1. Il caso mai è per caso!
      Condivido l’idea che la realtà spesso riservi cose che sembrano avere dell’assurdo. Spesso poi abbiamo bisogno che sia un altro a raccontarcelo.
      Grazie per la segnalazione, vado subito!
      Un buon fine settimana anche a te

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  3. Non so. Non riesco a esprimere un pensiero. Il primo che mi viene in mente è che Mina, parafrasando la mina di una matita, è stata usata, finchè riusciva a donare se stessa, esattamente come la mina viene usata per scrivere, finché è troppo compicato tenerla in uso.
    Diciamo che ha molti modi per essere letto.
    Un caro saluto

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    1. È un bel pensiero 🙂
      Mi piace che ognuno veda ciò che vuole…è solo una storia che ho raccontato e credimi non ha alcuno scopo se non quello del piacere (se c’è) della lettura.
      Un caro saluto a te e trascorri una serenesa serata

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