Trascorsero molte notti scure e silenziose fino a quando nella Foresta comparve un misterioso viaggiatore.
Era un Cavaliere solitario che, partito dalle terre di un lontano continente era giunto fino lì nella speranza di realizzare il suo desiderio più grande: trovare il tesoro più prezioso che esistesse al mondo.
Era in viaggio da così tanto tempo che decise di fermarsi nella Foresta per riposare un poco prima di rimettersi in marcia.
Si addormentò senza sospettare che la Foresta era la dimora delle magiche creature…
Ma al suo risveglio una sorpresa lo attendeva: I folletti lo avevano legato con nastri invisibili ed armati di bastoni lo guardavano attenti.
-“Chi siete? Cosa volete da me?”- urlò il Cavaliere cercando di liberarsi dalla stretta dei nastri.
-“Noi Chi siamo?!? Tu piuttosto chi sei? Come hai fatto a varcare i confini della Foresta?” -lo interrogò Nonno Zargo brandendo il suo vecchio bastone.
-“Mi chiamo Desìo e sono un Cavaliere! Non sapevo che la Foresta fosse vostra, ma le mura ad est della Foresta sono crollate e così mi sono addentrato per trovare un po’ di riposo” -rispose il Cavaliere.
-“Questo è un altro straniero che ci porterà soltanto guai! Deve andarsene immediatamente!”- dicevano i folletti.
-“E’ pericoloso farlo restare!”- si associavano le fate.
-“Calmatevi tutti quanti!”- intervenne Fata Nemea – “Questo Cavaliere forse potrà aiutarci a liberare la principessa Rubinia!”-
Di colpo sia le fate che i folletti ammutolirono.
L’idea che la loro principessa tornasse da loro li fece riflettere ed in effetti, pensavano, lo straniero poteva aiutarli ad affrontare i Neroni.
Nonno Zargo raccontò a Desìo di come Re Tenebrone aveva fatto rapire Rubinia, e di quanto fosse importante per il suo popolo ritrovarla.
Il Cavaliere ascoltò attentamente tutto il racconto e quando Zargo ebbe terminato chiese:
-“ Ed io cosa dovrei fare? Non so chi sia questa principessa Rubinia e poi sono alla ricerca di un tesoro, non posso interrompere il mio viaggio!”-
-“Non abbiamo tesori da donarti ed inoltre abbiamo dato la nostra parola alla principessa che non avremmo rivelato a nessuno il nostro segreto. Ti posso assicurare, però, che se ci aiuterai non avrai di che pentirtene!”- rispose Nonno Zargo.
Desìo era incuriosito dal segreto e decise di aiutare le fate ed i folletti a ritrovare la principessa.
Egli pensava, infatti, che il segreto non fosse altro che un prezioso tesoro nascosto, anzi il più prezioso dei tesori che esistesse al mondo. Aiutarli avrebbe significato per lui diventare finalmente l’uomo più ricco sulla faccia della terra.
-“Va bene!”- disse infine Desìo – “Vi aiuterò a liberare la principessa!”-
-“Evviva! Evviva!”- iniziarono ad esultare i folletti e le fate.
-“Abbracceremo di nuovo la nostra principessa!”- ripetevano in coro.
Iniziò così per il Cavaliere Desìo la ricerca di Rubinia.
Egli viaggiò per molti giorni in lungo ed in largo senza trovare tracce della principessa fino a quando giunse nella Terra del Drago Focomagno.
Era un posto dove regnava un’assoluta desolazione: non c’erano alberi o fiori, uccelli o conigli ma soltanto rocce e cenere.
Desìo sentiva la puzza di bruciato attorno a sé ed in groppa al suo cavallo Libeccio percorreva la Terra del Drago con estrema attenzione.
Di colpo un gran caldo lo assalì ed un rumore, come un tuono durante un temporale, lo fece trasalire.
Si voltò e vide un enorme drago, alto quanto dieci montagne, che sputava fuoco proprio verso di lui.
-“Come osi venire nella mia Terra” – urlò il Drago Focomagno -“Non lo sai che qui è proibito agli umani anche il solo passaggio?-” e detto questo fece uscire dal suo grande naso due lunghissime lingue di fuoco. Continua a leggere “La foresta della Luce – parte seconda”